Gran finale di stagione e numerosi applausi per “L’importanza di chiamarsi Ernesto” della Compagnia Buio in Sala

Ripetuti e fragorosi applausi per tutte le sere di programmazione da parte del pubblico presente per “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, lo spettacolo di chiusura della fortunata e apprezzata stagione “Classici Sguardi” della Compagnia Buio in Sala, fondata e diretta da Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia insieme a Silvana D’Anca e Giovanna Sesto.

Nel cortile dell’Istituto Leonardo Da Vinci, sede della sala teatrale Spazio Bis all’interno della scuola d’arte di Buio in Sala, è andato in scena, per mano dell’attenta regia di Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, una particolare rilettura del piĂą bel testo di Oscar Wilde, ambientato all’interno delle atmosfere del teatro di varietĂ  degli anni venti.

Una curata commedia musicale, che con le coreografie di Giorgia Torrisi e Martina Caruso e le musiche originali del musicista abruzzese Ettore D’Agostino, ha coinvolto il numeroso pubblico tra le passioni, idee e anche manie dei protagonisti diventati dei classici tipi da rivista che con ironia e realismo hanno raccontato pregi e difetti della società legati alla forma e all’apparenza.

Massimo Giustolisi insieme all’ottimo e affiatato cast composto da Marina La Placa, Irene Tetto, Daniele Virzì, Silvana D’Anca, Giovanna Sesto, Leonardo Monaco, Federica Fischetti, Giada Romano e gli allievi dei Corsi Avanzati Classi 2 A e 2 B di Buio in Sala hanno divertito e appassionato i presenti giocando sul significato simbolico del termine “Earnest” (onesto) che in inglese ha la stessa pronuncia del nome proprio “Ernest” con giocosa ilaritĂ  unita a un sano pizzico di sarcasmo, capace di sfruttare la genialitĂ  e l’universalitĂ  del testo di Oscar Wilde fino a renderlo estremamente moderno e attuale sino ai nostri giorni.

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