“I segreti della casa di Via de Lorenzi” e le “Stanze dimenticate” della scrittrice Francesca Letizia Piccione

Con “I segreti della casa di Via de Lorenzi “ e le “Stanze dimenticate” la scrittrice Francesca Letizia Piccione raggiunge tante soddisfazioni e si afferma come scrittrice siciliana di successo; costanza, determinazione e trame avvincenti portano il lettore a leggere questi libri tutto d’un fiato percorsi dell’anima che l’autrice vuole mettere  a nudo intercalando anche trame avvincenti ed originali.

Intervistare Francesca Letizia Piccione è immergersi in un mondo pieno di energia e voglia di fare.  Il suo primo romanzo “I segreti della casa dei Lorenzi” è arrivato al quinto posto tra i duecento libri più interessanti dell’italica penisola. È stato anche sul podio al secondo posto in assoluto al tredicesimo concorso dal titolo Vittorio Alfieri. Un suo commento e la sinossi del libro?

Ho appreso con sorpresa e con grande orgoglio che il mio libro si sia classificato al quinto posto tra i duecento libri più belli d’Italia, al 23° Festival internazionale Inventa un FILM. Lo stesso libro, nel 2014, si era già aggiudicato il secondo posto all’esimio Premio Vittorio Alfieri. I segreti della casa di via De Lorenzo, oltre a essere un noir storico che vuole denunciare la violenza sulle donne, è soprattutto un libro emblematico sulla nostra sicilianità e mette in luce molti aspetti tipici della nostra amata terra. Tutta la storia si basa su fatti realmente accaduti.

Di seguito la sinossi.

I segreti della casa di via De Lorenzi è un noir che vuole denunciare la discriminazione, la violenza sulle donne e la mercificazione del corpo femminile. La storia è ambientata in un paese della Sicilia (paese dietro il quale si cela Marsala) negli anni della Seconda guerra mondiale. Nella casa di via De Lorenzi, nonostante fosse così bella e spaziosa, si respirava ovunque come una strana atmosfera, tetra, triste, che opprimeva l’animo di chiunque vi andasse ad abitare. Quella casa, infatti, era stata dimora di dolore e i suoi morti ora volevano solo continuare a piangervi indisturbati, per questo motivo, forse, tutti coloro che vi andavano ad abitare venivano poi perseguitati dalla sventura. Tante macabre storie circolavano giù in paese sulla casa di via De Lorenzi, storie di streghe e di spiriti maligni, ma cosa si nascondeva realmente tra le mura di quella casa maledetta? Sarà la giovane Ada, tormentata di continuo da inquietanti visioni, a portarne alla luce i terribili segreti, dopo che però intrigate vicende avranno completamente travolto e distrutto tutta la sua famiglia”. 

E dunque quali significati reconditi ha il testo?

Sicuramente l’insegnamento di riuscire ad andare oltre l’apparenza delle cose, in una società troppo superficiale e ancora piena di pregiudizi contro la donna come la nostra”.

Alcune domande mi sorgono spontanea: chi è Francesca Letizia? Quali sono state le persone che ti hanno invogliato a scrivere? Che percorso  letterario hai intrapreso?  Che messaggi vuoi comunicare ai tuoi lettori?

Sono una donna che ama la vita, a cui piace pensare con la propria testa. Odio gli stereotipi di ogni tipo e non accetto le ingiustizie, soprattutto sui più deboli. Come madre auspico una società più giusta e decisamente più umana. Sono un’autrice che ama scrivere da sempre, fin da ragazzina. La mia esigenza di scrivere nasce da un bisogno interiore, dalla necessità di non lasciare che il tempo cancelli i ricordi e di dar voce a pensieri ed emozioni. I miei libri, sicuramente, contengono dei messaggi. Il più importante vuole essere quello di amare e rispettare la vita, in tutte le sue forme e nonostante le vicissitudini e le difficoltà che ognuno di noi ci troviamo ad affrontare”.

“Le stanze dimenticate”. In questo tuo nuovo “figlio letterario” ci immergiamo in un mondo psicologico di trame soffuse, di immersione nella psiche della protagonista: una donna con un’incrollabile fede nel futuro. Quale è stato l’input che ti ha permesso di inventare una storia così avvincente?

Da sempre mi piace ascoltare le storie dei vissuti della gente. Anche “Le stanze dimenticate” trae l’ispirazione da una storia vera ma anche qui realtà e fantasia si intrecciano tra di loro. Nel libro si mette in evidenza come tutti noi siamo il frutto del nostro passato e ci siamo forgiati attraverso le esperienze della vita ma soprattutto tramite i rapporti interpersonali con i nostri genitori, in particolare con la figura materna…tutti noi siamo una parte di tutto ciò che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino e le ferite che ci portiamo dentro spesso si risanano ma le cicatrici, il più delle volte, restano”. 

Ad ottobre novembre e dicembre parteciperai alla prestigiosa Biennale Internazionale Sicily Trinacria una bella occasione per potere fare conoscere ad un pubblico molto vasto ciò di cui ti occupi. Sensazioni emozioni?

Nonostante la mia grande emozione, sarò sicuramente molto orgogliosa e onorata di poter partecipare come autrice siciliana a questo importantissimo e prestigioso evento”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente sto lavorando al sequel del mio ultimo libro “Le stanze dimenticate”. Spero di riuscire a far conoscere e ad affermare sempre più le mie opere nel vasto panorama letterario italiano”.

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